Da "Flim Flam - FANDONIE"

di James Randi

Temple sostiene che i Dogon sapevano dell'esistenza di una stella "gemella", la Sirio B, molto prima che venisse scoperta. La scoperta di Sirio B, e dell'orbita che essa compie intorno alla stella principale ogni cinquant'anni, è avvenuta nel 1862 (in termini astronomici una data "recente"). La necessità di tecniche moderne e molto sofisticate per scoprire questa realtà, sconosciuta ed emozionante da un punto di vista scientifico, ha fatto ipotizzare a Temple che per conoscerla in anticipo i Dogon dovessero sicuramente aver ricevuto l'aiuto di extraterrestri. La religione dei Dogon (come pure quella degli antichi Egizi) fa costante riferimento a questa stella, luminosissima e perfettamente visibile nel loro cieli notturni.

Gli antropologi hanno condotto accurate ricerche sulla popolazione Dogon del Mali. Dalla fine dell'Ottocento i Dogon sono stati soggetti all'influenza degli occidentali e non è del tutto improbabile che, vivendo così vicino a importanti rotte commerciali e vie di comunicazione, abbiano avuto spesso occasione di entrare in contatto con gli europei. Da decenni i loro figli studiano in una scuola locale fondata dal francesi e, una volta adulti, frequentano università all'estero. È possibile quindi che i Dogon abbiano inserito elementi di matrice occidentale nella loro tradizione astronomico-religiosa.

Ma conoscono davvero la stella Sirio B e il fatto che la sua orbita si compia ogni cinquant'anni? Se sono convinti della presenza di una piccola "stella gemella" densa e compatta e sono anche riusciti a determinare la durata della sua orbita, forse questo è da attribuirsi a capacità scientifiche superiori, a poteri paranormali, all'aiuto di extraterrestri o, più semplicemente, a un'ottima dose di fortuna.

Soffermiamoci per un attimo sul libro di Robert Temple. Una delle sue più significative scoperte consiste in un disegno sulla sabbia, realizzato dal Dogon per rappresentare le loro concezioni. All'interno dell'orbita vagamente ellittica che vi è raffigurata, sono segnati due punti che dovrebbero rappresentare Sirio A e Sirio B. Se invece consultiamo le ricerche di due antropologi francesi, Griaule e Dieterlen, troviamo uno schema più complesso, contenente nove segni. Ma di essi, nessuno è sulla linea della curva come invece dovrebbe accadere nel diagramma di un'orbita; al contrario, si trovano tutti dentro l'ellisse. E cosa dire, poi, di quest'ultima? Ricorda in realtà la forma di un uovo; gli stessi ricercatori francesi ci dicono che i Dogon l'hanno denominata "uovo del mondo" e che non la considerano affatto un'orbita, ma uno spazio in cui usano rappresentare alcune figure mitologiche.

In realtà il diagramma dei Dogon è di natura puramente simbolica, non ha lo scopo di rappresentare una realtà astronomica. Uno dei simboli rappresenta la terza stella (il "Sole delle donne") e un altro la "stella delle donne", che si ritiene orbitante attorno alla prima. "Sole" e "stella" qui si riferiscono a due entità diverse, poiché i Dogon, nonostante i loro presunti contatti con gli extraterrestri, non sanno che i due termini indicano la stessa cosa. I Dogon sostengono anche che "l'anno stellare" dura sessanta anni, e non cinquanta. Ci si aspetterebbe certo più precisione nelle informazioni fornite da extraterrestri che hanno compiuto viaggi spaziali, esperti in astronautica e capaci di arrivare sulla Terra da una distanza di miliardi di chilometri!

È improbabile che i Dogon conoscano teorie sulle orbite stellari, ma anche se così fosse non le avrebbero certo ereditate da extraterrestri giunti da mondi sconosciuti. Esistono molti altri canali attraverso i quali i Dogon avrebbero potuto ottenere informazioni circa l'esistenza delle stelle Sirio A e Sirio B.

Mi piacerebbe credere che i Dogon (come un tempo si pensava di Jonathan Swift e delle sue teorie su Marte) abbiano conosciuto meraviglie dell'astronomia che non potevano scoprire con i mezzi a loro disposizione; sarebbe proprio una bella storia da raccontare intorno a un fuoco, ma non è la verità.

 

James Randi